Dedicata alla storia del castello, agli scavi archeologici e agli stemmi delle famiglie nobili valdostane. Permette di apprezzare lo stile neogotico, rappresentato nei banchi e stalli, nelle sedie alte, nelle tavole decorate con motivi raffigurati blasoni e negli stemmi dei signori di Saint-Pierre. Una moderna postazione multimediale touch permette di approfondire i contenuti. La stanza è stata oggetto di importanti interventi strutturali e di restauro conservativo.
Le Sale del Castello – Versione accessibile
Piano Terra
Illustra le differenze che caratterizzano l’ambiente montano secondo i piani altitudinali, dai vigneti e gli uliveti della bassa valle agli ambienti glaciali del Monte Bianco. Racconta l’elevata biodiversità della Valle d’Aosta, testimoniata dalle molte specie animali e vegetali ospitate nel raggio di pochi chilometri e dalle tante aree naturali protette presenti sul territorio: parchi e riserve naturali, siti Natura 2000 e giardini botanici alpini.
Rappresenta il cuore del castello in stile neogotico, con i decori, il pavimento in legno a riquadri bicolori e i lampadari in ferro battuto. Conduce il visitatore nel museo dell’’800, con le vetrine storiche allestite secondo i canoni espositivi del tempo, ricche di reperti. Un video racconta le attività della sede operativa del museo, la conservazione delle collezioni, la divulgazione e la ricerca scientifica con l’ausilio delle moderne biotecnologie a sostegno della tutela della biodiversità.
La bellezza e il carattere delle montagne dipendono dai materiali che li compongono. La sala consente un approfondimento sulla geologia della Valle d’Aosta, grazie a gigantografie delle montagne valdostane con le linee svettanti del Cervino e le forme dolomitiche delle Cime Bianche, le cartografie geologiche e dei suoli, le interviste virtuali e le rocce delle Alpi, tra cui il granito del Monte Bianco e lo gneiss del Gran Paradiso.
La piccola saletta ipogea avvicina il visitatore all’antica tradizione di estrazione mineraria della regione, dalle famose miniere di Cogne alle valli laterali, da La Thuile a Saint-Marcel fino alla Valle d’Ayas. Racconta il passato attraverso reperti minerali, prodotti derivati e filmati d’epoca che ritraggono momenti di vita e il lavoro dei minatori in Valle d’Aosta, la cui epopea è oggi memoria e attrazione turistica.
Descrive il versante al sole (l’adret) e il versante in ombra (l’envers) e come l’esposizione solare determini rilevanti differenze di temperatura e climatiche, influendo sulle coltivazioni, sugli ecosistemi, sulle specie vegetali e animali e sull’umore degli abitanti. Diversi gli spunti di approfondimento sui temi delle precipitazioni, delle temperature, con un focus rivolto ai cambiamenti climatici e alle zone xerotermiche valdostane.
Gli Abbés savants, i preti scienziati tra l’ottocento e il novecento animarono la cultura della Valle d’Aosta, dedicandosi allo studio, alla ricerca, alla divulgazione delle scienze naturali, all’educazione delle nuove generazioni. A loro si deve la fondazione della Societé de la Flore Valdôtaine e il primo museo di scienze naturali, oggi Museo regionale di Scienze naturali Efisio Noussan.
Dedicata ad Efisio Noussan, noto imprenditore valdostano, appassionato conoscitore della cultura e dell’ambiente naturale della Valle d’Aosta. Grazie alla sua tenacia, all’inizio degli anni ’70, lo Société de la Flore Valdôtaine riprese le attività, interrotte con l’avvento della seconda guerra mondiale e, nel 1985, fu istituito il Museo regionale di Scienze naturali che oggi porta il suo nome.
Primo Piano
Attraverso diorami e ricostruzioni naturalistiche le due sale conducono il visitatore negli ambienti legati alla presenza dell’acqua, caratterizzati da delicati equilibri. Un’esperienza visiva e sonora sulla forza vitale dell’acqua in Valle d’Aosta conduce dal ghiacciaio alla sorgente d’alta quota, dal lago alpino alla cascata, dalla torbiera alla palude, dal torrente allo stagno.
Qui il visitatore scopre specie arboree e piante monumentali della Valle d’Aosta, le differenti abitudini alimentari degli uccelli e l’ambiente della foresta di montagna. Una breve passeggiata notturna, al volgere del giorno, regala un’esperienza sensoriale, tra ombre misteriose, suoni primordiali, alberi, cinguettii e abitanti della foresta, in un ambiente riprodotto a grandezza naturale.
Riproduce gli ambienti rocciosi e l’adattamento delle specie alla vita in” verticale”, uomo compreso che conquista il vuoto con opere viarie, terrazzamenti e villaggi sospesi. Gli abitanti delle pianure e delle città non si capacitano che qualcuno possa abitare il vuoto, perché sembra una scelta pericolosa, tuttavia è necessaria per chi vive le montagne, dove il pendio è regola e i pianori sono eccezioni. Nelle teche sono esposte riproduzioni animali e vegetali generate con stampa 3D.
Un videowall permette una sorta di viaggio fino alle praterie alpine, dove si possono osservare i cambiamenti imposti dal trascorrere del tempo che fa germogliare e appassire i fiori, trattiene e cancella le tracce degli animali, richiama e allontana le mandrie, le greggi e i pastori. Verde d’estate e bianca in inverno, la prateria scandisce la ritualità delle stagioni alpine.
I ghiacciai sono, da almeno due secoli, la principale attrattiva turistica della Valle, laboratorio di scoperte scientifiche, palestra d’alpinismo, agenti modellatori del paesaggio, importanti indicatori ambientali ed insostituibile riserva d’acqua. La sala propone al visitatore un video intervista sulla nascita dell’alpinismo, informazioni sui ghiacciai e sugli effetti dei cambiamenti climatici. Il ghiacciaio è materia “viva” che scivola a valle come un torrente gelato.
Il magnifico viret seicentesco conclude il percorso di visita e l’esperienza museale nell’ultima sala. Qui, panorami spettacolari, immagini coinvolgenti e musiche sinfoniche regalano un’esperienza immersiva ed emozionale, suscitano interesse, curiosità e inducono alla scoperta, con maggiore consapevolezza, della natura valdostana direttamente sul territorio.