Il castello di Saint-Pierre, posto su uno sperone roccioso, regala una delle vedute più pittoresche della Valle d’Aosta. Numerose le stampe antiche che lo ritraggono, così come i disegni di autori famosi, quali Turner e John Ruskin.La prima citazione ufficiale del castello è nella Charte des Franchises, accordata al conte Tommaso I di Savoia nel 1191. Nei secoli successivi, ospitò diverse famiglie della nobiltà valdostana, dai Sancto Petro, ai Vuillet, fino ai Roncas e ognuna di loro apportò modifiche all’edificio.
Nel 1873, Federico Bollati, Soprintendente degli Archivi di Stato di Torino, acquistò il castello e, dopo aver ottenuto il titolo di barone di Saint-Pierre, intraprese i lavori di restauro sotto la direzione dell’ingegnere canavesano Camillo Boggio. Quest’ultimo trasformò la struttura in un’autentica icona del Medioevo feudale valdostano, con uno stile neogotico eclettico e, prendendo ispirazione dai castelli costruiti sugli speroni rocciosi della valle del Reno del sud della Germania, realizzò le quattro torrette agli angoli della torre centrale. Questa è l’immagine che ancora oggi si conserva di uno tra i siti più suggestivi dell’intero panorama fortificato della Valle d’Aosta.
Oggi il castello è la sede espositiva del Museo regionale di Scienze naturali ed offre al visitatore un percorso di visita duplice: la storia dell’edificio, con le parti storiche ancora visibili e il Museo di Scienze naturali, un vero e proprio viaggio attraverso gli ecosistemi della Valle d’Aosta. La vicina aula didattica permette laboratori e attività per le scuole.